È ambra, è vino...


Del labbro faccio sponda

a questo mare quieto

e piano lo sorbisco.

Il quieto mare freme,

ai baffi sale l'onda

per questo viaggio breve.

Il naso mio non entra,

intero, nel bicchiere,

un po' si fa di lato...

ma poi di più non cede.

Brindo alle stelle allora,

facendone cornice

al fondo del bicchiere.

"M'illumino d'immenso"

a braccia aperte cado,

di schianto, come pietra.

Il profumo mi salva

di questo vino dolce,

di mandorla, di sole,

di resina, di sale,

di mirto e di sudore.

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Sì, devo stare attento

che qui potrei morire,

e farlo volentieri,

se solo mi distraggo

e più non penso al sole,

alle sue labbra fresche,

agli occhi suoi, leggeri.

Ambra, topazio, miele,

gorgoglia nel bicchiere

o fresco mio passito,

il suo liquor non cede

alle lunsinghe lente

che esperto metto in campo,

ti lascio il passo amico

e se tu puoi, m’inchino.


Milano Aprile 1997


Le  raccolte di Bernardo d'Aleppo

GERBILLI  1994-1998
pag.21


È AMBRA, È VINO



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