Cascate d'Appennino fotografia di BdA

Ecco l'inizio del racconto "In Val Trebbia un'estate" che è disponibile in formato "OpenOffice", sono solo 5 pagine, potete stamparlo e leggervelo comodamente anche al cesso, ma ne è vietato qualunque sfruttamento commerciale, sia diretto (vendita) sia indiretto (diffusione gratuita in allegato,  o collegamento, a pubblicità di qualunque tipo), senza l'assenso scritto ed esplicito dell'autore.



* * *

Il mezzo pomeriggio era segnalato, come spesso in quelle valli appenniniche, da momenti di vento non forte, ma balzano; giocava, come un cucciolo di alano, lungo le pendici boscose, cercandosi la coda o rincorrendo l'ombra di una nuvola leggera.
Da tre giorni giravo a piedi, senza far molto altro che guardare e ascoltare. L'indomani sarei andato in paese a fare spesa, non era un trekking-avventura il mio, ma una vacanza-ricompensa dopo un altro anno all'ufficio titoli esteri e derivati della Colonel Insurance.
La sorgente di acqua solfurea, di cui mi avevano detto due anni prima, mi sfuggiva, ma non era un gran male, semmai un'ottima scusa per tornare l'anno prossimo, o l'altro ancora.
Stavo con le spalle appoggiate ad un tronco e, attraverso un'apertura del fogliame, guardavo l'altro versante della valle boscosa e la cascata del ruscello che, da una convalle, si precipitava leggera, perdendosi nel fitto della forra sottostante.
Un rumore alle mie spalle mi fece voltare e così scorsi cadere qualcosa di un color verdastro e piuttosto grande, a forse dieci metri da me, qualcosa che subito sparì tra le felci, quasi senza disturbarle.
Sarei subito andato a vedere di cosa si trattasse se in quel momento non avessi colto due occhi, perle d'ambra, che mi guardavano e mi sfuggivano.

I  RACCONTI
DI
BERNARDO D'ALEPPO
PAG.2

IN VAL TREBBIA UN'ESTATE


A fianco:
"Cascate d'Appennino"
fotografia dell'autore
e l' "incipit" del racconto
 "In Val Trebbia un'estate".


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