Un uomo in frac - acrilico su tavola di BdA


Ecco l'inizio del racconto "
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* * *


Sapeva quell'uomo quanto poco valesse una vita come la sua, s-ciavo era il termine per definirlo nella città della mitteleuropa, ma nel paese da cui era fuggito gli aggettivi non erano più teneri e al campo profughi, come insistevano a chiamare il campo di prigionia, c'era assai più scelta tra piattole, scarafaggi e zecche che tra il pane rancido e il pane rancido che, a periodicità irregolare, girava brevemente per il campo prima di finire nelle latrine, tra uno spasmo intestinale ed un pezzetto di giornale, ché anche quello era da economizzare.

Eppure il molo, con quel suo nome: "Audace", che sembrava, più ancora della pur solida pietra con cui era costruito, volerlo porre a sfida del mare, ebbene quel molo, in un certo senso lo rincuorava e quelle brevi scalette incassate sembravano una culla deposta dal molo alla grazia del mare e lì lui riposava.

Dalma, la sua donna che forse non avrebbe più rivisto, era chissà dove.



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BERNARDO D'ALEPPO
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SUL MOLO UNA SERA


A fianco:
"Un uomo in frac"
acrilico su tavola di BdA
e l' "incipit" del racconto
 "Sul molo una sera".


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